2 giugno 2013

Il Bagno Gustaviano in Atelier




Amo fotografare
è come se scrivessi una poesia
dicono che le mie foto siano belle
eppure non ho nessuna tecnica nessuna arte
se non quella che alcuni dicono essere la mia arte


tutto quello che il mio occhio vede
nient' altro
si trasforma in quadro nella mia 
fotografia


odio le foto perfettamente a fuoco
odio la realtà
spietata e perfetta dell' originalità
a me piace
rappresentare 
quello che vedo
se poi lo vedono anche gli altri
mi pare di aver raggiunto il massimo


ho un bisogno smodato di cliccare
di fermare quell' attimo
incosciente di una sensazione fugace


ho bisogno di catturare il fermo nello spazio
di quell' attimo che non riappare


ho bisogno di rielaborare e circondare di sogno
il mio vedere che è parte del mio sogno
il sogno di un mondo perfetto nella sua
imperfezione


quando vedo le foto che scatto
non è cambiato nulla se non la mia posizione
il mio scatto è conseguente
come disteso
nella materia
spalmato
dentro il tempo

quando riguardo le foto
mi raccontano
se pur simili
il passare dei minuti
e non riesco a sottrarmi
alla loro magia
impenetrabile


pezzi di luce 
fermati nello spazio immutabile
 eppure in continua evoluzione
la materia che si fa sogno
eppur rimanendo
o cambiando
afferra
quello che per noi è inafferrabile
il ricordo


poi le ritocco 
come agissi con
un pennello elettronico le rifaccio
e le rendo più simili al mio vedere
al mio sentire...



e non so buttarne nemmeno una
non so liberarmi dei refusi dei
doppioni
dei particolari sbagliati
del vedere qualcosa che 
non si dovrebbe vedere

e riempio spazi infiniti
riempio il web di me
del mio ego sconfinato
pronto però ad affogare
 nel bicchier d' acqua 
di una sola critica


e tra le tante lodi
amo il critico
amo colui che mi odia
e la voglia di conquistarlo
è il mio motore


Fotografo 
oltre che scrivo
per vivere dentro gli altri

Scusate la follia 
oltre che dentro di me...

la vostra Marzia Sofia



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