26 maggio 2015

Il mio Gustaviano, La Mia Storia,

LA STORIA 
E arrivò l' anno 2000
ma il mondo non cambiò e la famosa profezia non si avverò e io mi divertivo comunque.
Nonostante tutto sapevo quello che volevo. Solo che non avevo ancora la capacità di crederlo fino in fondo.
Ancora ero legata ad un uomo. Il quale cominciava a cambiare la sua percezione di me e la cosa lo sconcertava alquanto. Lo rendeva diverso. Verso di me e verso se stesso... Come poteva accettare che io che non mi ero mai mossa da casa senza di lui, che non avevo mai avuto nemmeno la chiave di casa Improvvisamente avessi una mia identità, che riuscissi a decidere per me e spesso per lui, che avessi una mia autonomia e finanziaria e decisionale. Quando aprii il mio piccolo laboratorietto, in una via di antiquari e artisti, ero al settimo cielo... per la prima volta io che ero costituzionalmente timida, e insicura, mi dissi ho 40 anni se non ora quando???
Io crescevo, finalmente, al contrario di lui che nel contempo diventava sempre più insicuro e dubbioso, sempre più debole e senza volontà. Mi osteggiava per ogni cosa. Fino a rasentare l' ostruzionismo.
Le nostre strade avrebbero dovuto dividersi allora. Eravamo di colpo diversi. Quello che piaceva a me non piaceva più a lui, e viceversa...quello che facevamo insieme non era più quello che voleva fare.
E quello che faceva lui non era più quello che amavo io.
Tra noi tutto divenne insopportabile. 


Ci amavamo ancora, ma non ci stimavamo più.
E quando non si è coesi quando non si fanno e non si credono le stesse cose, dopo, non si è più in grado di amarsi in maniera cieca e totale. Difficile che si riesca a tenere insieme un rapporto.
Ma mio figlio era ancora piccolo e io non volevo dargli un dolore che sarebbe stato ancora più grande se ripetuto nel tempo a questa età...
Quindi sopportavo io e sopportava, a malapena lui.
Anche Firenze che aveva tanto voluto cominciò a stargli stretta.
Si deprimeva per ogni cosa. Non aveva la forza di reagire, e smetteva di pensare positivo e produrre azioni e intenzioni. Mi aveva promesso di finirla con quel vizio che tanto detestavo e che non avevo mai condiviso. Io che nemmeno fumavo...
Lui mi diceva che era innocuo che lo faceva star bene un cannetta ogni tanto che vuoi che sia ...diceva... Tu sei una provinciale, non lo sai cosa vuol dire, mi fa star bene.
Ma io non lo sopportavo... 


Io invece mi trovavo bene a Firenze, ma dovevamo viaggiare molto su e giù per l' Europa e io guido malissimo lui si sentiva il mio autista e la cosa non lo divertiva affatto.
Caricavamo la roba fatta in macchina e viaggiavamo. La vendevamo benissimo al nord.
Una volta al mese rifornivamo i negozi di Hamburg ed era veramente difficile lasciare il ragazzino da solo, quindi la distanza da mia madre anche se di soli 30 km era diventata enorme...
Nel contempo facevamo tutto quanto c'era da fare per sopravvivere... Mercatini, ricordo uno in una viila bellssima Villa Orsini o Corsini non ricordo...di S Casciano con dei giardini magnifici. (come tutto si ripete nella vita è impressionante ) Mostre, cataloghi con le nostre creazioni, insomma tutto quanto adoravo fare. IO...
Lavoravo molto e restauravo anche, ridipingevo e restauravo antichi mobili settecenteschi nelle grandi case signorili fiorentine... Il mio buchetto funzionava e mi divertivo un sacco . Passavano persone di ogni razza e cultura e consegnavo lavori perfino nel nord... Ma sopratutto stavo conquistando la mia piccola parte di Firenze...e anche la mia identità...
Ricordo episodi, incredibili per me, ancora adesso.


Tipo le figlie di un famosissimo antiquario venivano da me a farsi ridipingere alla mia maniera i loro mobil, che erano di quelli che quando eravamo in Germania io acquistavo... Mobili dei più famosi mobilieri fiorentini che ancora oggi vanno per la maggiore, ero estasiata. Il mio labile ego cresceva un pò... le ho sentite dire cose sul mio lavoro che ancora oggi echeggiano nelle orecchie. Ero veramente soddisfatta, anche se le difficoltà.. non mancavano. Sopratutto sul fronte umano e sentimentale.
Mio figlio adorava il mio compagno, era come un padre per lui era il suo vero padre, poichè con lui aveva vissuto dall' età di due anni. Ma si sa, accade nelle migliori famiglie...
Ora ne aveva tredici ed era in piena adolescenza.


Quindi anche su quel fronte cominciarono i dissidi.. Ed erano notevoli... e poi ci si mise mia madre... e tutto capitolò...
Sono naturalmente molto in dubbio se parlare così apertamente della mia storia. Ma con questa Storia Vera, nel mio piccolo voglio far capire a chi non ci pensa che dietro ogni successo, se il mio si può considerare tale, ci siano un mare di cose che non sono sempre state facili... Tutto si paga ed io l' ho pagato caro... anzi carissimo.


Se volete potete seguirmi, se siete dei moralisti o siete prevenuti nei miei confronti, abbiate pietà di me di voi e non passate da queste parti... 
Buona giornata a tutti e che lo sia....

Nessun commento:

La perfezione, questa sconosciuta.

L’ IDEA DI PERFEZIONE è IL PROBLEMA. Dicono LA Perfezione non esiste. Semplicemente perfetta è la nostra perfetta imperfezione… Che co...