1 giugno 2013

A Tramonto, VII Puntata




Un altro risveglio
un'altra morte temporanea un' altra vita attorno...
I campi di lavanda fioriti di viola e le montagne
rocciose stranamente piatte
la colpirono come un buffo sulla guancia...
Eva li chiuse gli occhi... Erano stretti e pesanti
 e poi li riaprì di soprassalto, chiuse la bocca semiaperta
 e si ricompose non senza un filo di imbarazzo
la macchina le faceva sempre un certo effetto...
Alla sua sinistra, sedeva lui, stava facendo manovra
e si spingeva nella piazzola sterrata di una Boulangerie..
Riconosceva bene il posto
era sulla strada che Aix portava ad Avignon
erano sulla Jean Moulin
si stropicciò gli occhi con le dita asportandosi il trucco ormai sbafato
quindi si scrutò nello specchietto retrovisore e si impaurì...
si vide stanca e con gli occhi cerchiati di blu
un sacco per la spesa sotto gli occhi
e la gola riarsa... la fronte sudata 
e un rivolo di sudore correva nel solco tra la schiena
ma era giovane molto più giovane di quello che ricordava di essere
scesero e il solito gruppo di musulmani francesi la sfiorò
tra sguardi e chiusure che sapeva bene
cosa significassero...
Abbassò gli occhi e lo seguì dentro la bottega
Il Boulanger le sorrise mellifluo
dov'era il vecchio Jean?
Tutto era cambiato attorno a se
e lei non sapeva cosa scegliere...



La strada per Monaco era sconosciuta per Eva 
montagne altissime spruzzate di bianco 
anche in pieno settembre cartelli stradali in due lingue
strade sfilacciate nella pianura rare auto...
e lui con una birra sempre in mano...
i grigi capelli lunghi sulle spalle
e il suo amico con la chitarra sempre in spalla
 che cantava in un inglese intonato...
Mentre una striscia infinita di autostrada li cullava, Eva,
stringeva sotto il petto il nodo della sua camicia azzurra...
 non sapeva dove stessero andando ma non le importava
si erano fermati ad una stazione di servizio
ma Eva non aveva il gettone per chiamare la nonna
aveva fato la pipì nel praticello secco dietro la pompa di benzina
e si era rimessa accanto a lui sul sedile davanti
con la testa reclinata sulla sua spalla
lui le sorrideva in silenzio piegando la testa di lato
e guardandola più spesso di quanto avrebbero dovuto
considerando che stava guidando la consolava in silenzio.
Lui non aveva detto una parola
per circa, lei stimava, centinaia di chilometri
 non aveva detto che pochissime parole al suo amico
i due erano muti e sorridenti...
quando ci si ama non c'è bisogno di parlare
 ma lei aveva solo14 anni e non ne aveva idea...


Il pane fragrante e scricchiolante sotto i denti
la fece sorridere..
le file di baguette abbronzate ritte in piedi allineate
 dietro il bancone... la facevano sentir bene
chiese un caffè lungo e nero e ci strizzò due bustine di zucchero
che vuoi tu? disse rivolta a lui
che ancora non si decideva a scegliere
non so... ci sto pensando decidititi ti stanno aspettando
non mi rompere le sibilò in un orecchio
lei si scostò e prese a mangiarsi un croissant ripieno di burro
pensò che ne avrebbe potuti mangiare otto
senza nemmeno fare una piega
lui scelse una rotellina piena di uvette
sulla strada fuori dalla Boulangerie
poche rare auto si sorpassavano tra loro
pareva avessero una meta comune
il non andare dove avrebbero dovuto...
Ti ha guardata,quel tipo..lo conosci?
no rispose Eva stizzita  come cazzo posso conoscere un tipo così
no perchè ti ha guardata insistentemente
e allora??
secondo te come posso conoscere qualcuno qua in Francia?
ci vieni spesso no??
ci vengo ma non tanto da conoscere qualcuno..
eppure questo locale lo conoscevi, mi pare
certo che lo conosco , ci vengo da anni..
ecco allora vedi cosa intendo?tu conoscevi quel tipo!
ma noo se ti dico che non lo conosco, non lo conosco
 vuoi credermi una buona volta??
non vedo perchè dovrei crederti...
perchè ti devi fidare... io te lo dico tu ti devi fidare..
non mi fido delle donne...io e io non sono le donne, sono io...



Praticamente avevano parlato solo a gesti
ed Eva si chiese che cosa sarebbe successo da adesso in poi?
non le importava..niente... no ok un pochino
ma alla fine era con lui e lo amava...
Niente poteva essere più importante per lei di lui.
La carezzava su di una gamba 
e guidava con una mano quando non beveva
a volte si univa ai cori del suo amico
e cantavano in Inglese lei capiva poco ma le piaceva
 e ogni tanto mentre guardava fuori 
che guardar sempre fisso verso di lui
 le pareva imbarazzante...univa due piccole frasi 
o una parola che capiva e sapeva ricantare
conosceva due note di Smoke on the water
e le strimpellava
ma era consapevole di non essere che
 una sorta di passaggio  tra la generazione degli hippy
e quelle future
di fatto si sentiva ancora un posto che non c'è
 e aveva la sensazione 
che non ne avrebbe mai fatto parte
nemmeno di quel luogo sconosciuto e affascinante
si sentiva sempre fuori da tutto...
la sua intelligenza le diceva che forse era così per tutti..
ma non bastava a colmarle un vuoto dentro
 che invece lei sentiva maggiormente
delle sue amiche...
Di colpo i suoi sensi si fecero più sensibili
 la sua mano era bollente le bruciava sulla gamba...
e lei sussultò
quando vide che lui aveva messo la freccia 
e si era portato verso un cartello blu
 circondato da una riga bianca 
su cui aveva letto Ausfahrt o qualcosa di simile...


Il seguito alla prossima
La vostra Marzia Sofia



2 commenti:

Anna ha detto...

interessante.....

shabbyechic.blogspot.it ha detto...

oh grazieee....

La perfezione, questa sconosciuta.

L’ IDEA DI PERFEZIONE è IL PROBLEMA. Dicono LA Perfezione non esiste. Semplicemente perfetta è la nostra perfetta imperfezione… Che co...