14 giugno 2013

Paris Mon Amour... o no?



Da sempre scrivo sui mobili
me lo ero inventato in Germania
quando vivevo ad Hamburg nel 98
del secolo scorso...


mi piaceva il contrasto col bianco
 che giaà allora
dipingevo sui mobili
e il nero sbiadito delle scritte..



quello che faceva arrabbiare il mio
compagno che era un precisino..
era che non prendevo mai le misure
non usavo stencil non stavo attenta
insomma
alla precisione


beh anche adesso
non sono affatto cambiata
anzi se si vuole peggiorata...



nel senso che quando mi prende
la furia di fare vedere e avere una cosa
non ho la pazienza di mettermi lì e farla
bene perfetta precisa



oltretutto mi sono accorta
quando naturalmente si tratta di clienti
che se cerco di farle perfette le cose
mi vengono si più perfette
ma meno artistiche in qualche modo...


è il caso di questa scala
su cui o scritto a Carboncino
PARIS MON AMOUR
in realtà non avrei dovuto la mia schiena 
dopo le rose in soppalco era dolorante...
ma
non ho saputo resistere


e così vestita com'ero per andare 
a fare due acquisti mi ci son messa
UN CALDDOOO
beh e come avrei potuto fare a indossare la tenuta da lavoro??

Chi mi sguscia dagli abiti con cerniera
quando sono sola???
ehhh
questo è il dramma di essere soli
come giustamente fa notare Samantha Jones in SE&TC
mi devo trovare assolutamente qualcuno che mi apra la cerniera...
ehm ehm
insomma della scritta che ve ne pare?
cancello tutto o la tengo e la rifaccio per bene???
La vostra Marzia Sofia

1 commento:

Nik ha detto...

Mio cugino, quarant'anni fa, scriveva sul mancorrente della scala che portava alle camere da letto nella casa di campagna frasi augurali per la buonanotte.

Ecco, le scritte della tua scala me lo hanno fatto dolcemente ricordare.

Consigliare ad un'artista come portare a termine il suo lavoro lo trovo un'eresia, posso solo consigliarti di fare come ti ispira il cuore.

PS io personalmente arzizigolerei maggiormente le stecche rigide del mancorrente con applicazioni barocche, che so, gocce, festoni, sopralzi di mobiletti cose così insomma.

La perfezione, questa sconosciuta.

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